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Cardo mariano: proprietà e usi di un’efficace pianta officinale

Autore mabi 26/10/2022 0 Commenti Articoli,

Il cardo mariano è una pianta officinale diffusa nel mediterraneo, nota per la sua efficacia come epatoprotettore e garante della fisiologica funzionalità del fegato [1]. 
Della stessa famiglia, quella delle Asteracee, fanno parte altre piante spontanee e commestibili come la bardana, il tarassaco e il topinambur. 
Le sue numerose proprietà sono da attribuire al suo principio attivo principale: la silimarina. 
Ecco benefici, meccanismi d’azione, usi in cucina e indicazioni pratiche sul raccolto di questo utilissimo aiuto della natura.

Un alleato per il fegato: la silimarina

La silimarina, un potente alleato per il benessere del fegato, è una sostanza fenolica composta da tre diversi principi attivi: silibina, silicristina e silidianina. Viene usato da secoli come trattamento erboristico per fegato e vie biliari, e gli studi sulla sua efficacia sono numerosi.
Per esempio, è noto come i principi attivi del cardo mariano risultino essere efficaci per migliorare la condizione da sindrome metabolica [2]. La sindrome metabolica è una condizione complessa multifattoriale, che racchiude patologie come obesità, ipertensione e iperglicemia. Si è dimostrato che la silimarina ha effetti antiossidanti, antiipertensivi, antidiabetici oltre che epatoprotettivi ed è in grado di migliorare la condizione cronica della sindrome.
Inoltre, diversi studi [3] confermano l’azione benefica del componente attivo su condizioni legate all’obesità, agendo sul metabolismo lipidico, l’insulino - resistenza e gli stati pro-infiammatori dati dalla condizione.  

 

I tre meccanismi d’azione principali del cardo mariano

Il cardo mariano risulta indicato per tutte le situazioni di sofferenza del fegato [4], e grazie alle sue proprietà è in grado di proteggerlo attraverso tre meccanismi principali:

  1. Attività antiossidante: il cardo mariano permette di aumentare i livelli di glutatione, che è un’importante sostanza antiossidante endogena del corpo, contrastando i radicali liberi. Inoltre, la silibina può anche agire come chelante del ferro, rafforzando ulteriormente le sue proprietà antiossidanti [5]
  2. Effetti antinfiammatori ed epatoprotettivi: la pianta ha azione difensiva da sostanze citotossiche e aumenta la capacità stessa della ghiandola nell’espellerle. Infatti, modifica le membrane cellulari degli epatociti in modo da impedire l’entrata di tossiche come alcol, fumo, inquinanti e farmaci.
  3. Acceleratore del processo di rigenerazione epatocellulare: aumentando il metabolismo cellulare delle cellule del fegato, il cardo mariano permette di aiutare la ghiandola a ristabilire cellule danneggiate. 

Altre proprietà del cardo mariano

Il cardo mariano ha altre proprietà benefiche che spaziano dalla cura della pelle all’azione digestiva. Può avere infatti un effetto protettivo anche sui reni, soprattutto in caso di assunzione di farmaci. 
Ha un effetto colagogo (produzione della bile) al fine di preservare la cistifellea, migliorando di conseguenza la digestione e la diuresi.
Integrato insieme ad una giusta alimentazione, riduce potenzialmente i livelli di colesterolo e di zuccheri nel sangue.
Esternamente, l'uso topico attraverso creme e gel di cardo mariano:

  • Previene l'invecchiamento cutaneo;
  • favorisce la guarigione di dermatiti, eritemi e vitiligine [6];
  • La silimarina ha la capacità di ridurre gli effetti dannosi delle radiazioni UV solari, innescando meccanismi di foto-protezione cutanea;
  • Protezione cutanea da agenti ambientali esterni ossidanti;
  • Utile supporto contro l’acne, riducendo l’infiammazione della pelle in combinazione con N-acetilcisteina e selenio [7].

Modalità di assunzione del cardo mariano

Il cardo mariano si può assumere essenzialmente attraverso queste 4 modalità:

  1. Tintura madre, in cui la pianta fresca viene lasciata macerare in un solvente (acqua distillata e alcool);
  2. Decotto, in cui si estrae il principio attivo per immersione in acqua bollente;
  3. Estratto secco titolato, in cui la droga vegetale è essiccata e opportunamente sminuzzata;
  4. Integratore in compresse o capsule.

Le modalità di assunzione e le quantità variano a seconda del disturbo da trattare. Si consiglia di farsi consigliare da un medico specialista.

 

Possibili effetti collaterali

Gli effetti collaterali del cardo mariano sono generalmente lievi e di breve durata. In alcuni casi, si può verificare prurito, eruzione cutanea o altri disturbi della pelle. In rari casi, si può verificare un malessere generale o sintomi gastrointestinali come diarrea o nausea. Se si manifestano questi sintomi, è importante interrompere l'uso del cardo mariano e consultare il proprio medico.

L’utilizzo del fitoterapico è controindicato in presenza di calcoli biliari e sconsigliato in caso di ipertensione, in quanto si considera il suo leggero effetto ipertensivo. 

 

Dove trovarlo e come riconoscerlo in natura

Il cardo mariano è una pianta che cresce spontaneamente in tutta Italia. 
Quando è allo stato di rosetta, apre le grandi foglie spinose, che disegnano delle striature molto suggestive. A questa caratteristica è legata la chiara origine cristiana del nome, “mariano”. Le origini del nome, infatti, risalgono all’antica Roma. Si dice che le tipiche venature bianche che caratterizzano le foglie, siano date dalle lacrime della Madonna mentre allattava Gesù dopo la fuga dalla terra d’Israele. 

Il momento perfetto per coglierlo è l’autunno, preferibilmente al primo anno della pianta. Lo si può trovare nei boschi, nei prati e lungo i bordi delle strade. Preferisce ambienti aridi e soleggiati e si riconosce per il suo fusto eretto, che può raggiungere i 2-3 metri di altezza. Le foglie sono grandi, lobate e di colore verde intenso. I fiori sono riuniti in infiorescenze a forma di piccola pigna e sono di colore bianco-violaceo. I frutti, una volta maturi, diventano gialli e contengono i semi della pianta all’interno di capsule. 

Cardo mariano in cucina: pulizia e ricette

In cucina, il cardo mariano può essere utilizzato come ingrediente in diverse ricette. Si usano in particolare le foglie, preferibilmente colte giovani, in quanto quelle vecchie risultano fibrose e dure. Munirsi sempre, anche nella pulizia a casa, di guanti e coltello, poiché le spine potrebbero pungere. Dopo aver lavato la foglia e tolto le spine e la costola centrale, lo si può impiegare in cucina per beneficiare delle sue proprietà. 

Le foglie sono generalmente utilizzate in insalata (con semplicemente olio di oliva e limone biologici) o come aromatizzante per zuppe e minestre. Possono anche essere cotte in padella con aglio e peperoncino per guarnire risotti, torte salate o sformati. Il gusto ricorda quello del carciofo, ma più delicato.

Non cogliere il cardo mariano vicino a fonti di inquinamento come terreni industriali o traffico e fare attenzione alla presenza di parassiti o malattie che alterano o deteriorano visibilmente la pianta. 

 

Infuso depurativo per il fegato con cardo mariano e carciofo

Ecco un’idea per utilizzare al meglio le proprietà benefiche di questa pianta: un infuso depurativo per il fegato con cardo mariano, carciofo e menta. 

Ingredienti:

  • 200 ml di acqua
  • 2/3 cucchiaini di foglie essiccate o semi di Cardo mariano
  • 1 cucchiaino di foglie essiccate o semi di carciofo
  • 1 cucchiaino di foglie essiccate di menta 

Procedimento: portare l’acqua quasi a bollore e lasciare in infusione con coperchio per 10/15 minuti. Passare con un colino e aggiungere a piacimento del succo bio di limone e dolcificanti naturali come il succo d’agave o d’acero. 

La costanza nell’utilizzo degli infusi permette di avere buoni risultati e allo stesso tempo creare una sana abitudine per coccolarsi durante i primi freddi autunnali. La quantità ottimale va dalle due tazze al giorno fino a quattro, per un minimo di due settimane. 

 

 

Riferimenti bibliografici
[1] Jacobs BP, Dennehy C, Ramirez G, Sapp J, Lawrence VA, “Milk thistle for the treatment of liver disease: a systematic review and meta-analysis”, Am J Med, 2002 Oct. (vedi fonte)
[2] Vahabzadeh, M., Amiri, N. and Karimi, G, “Effects of silymarin on metabolic syndrome: a review”, J. Sci. Food Agric, 2018. (vedi fonte)
[3] Karla MacDonald-Ramos, Layla Michán, Alejandra Martínez-Ibarra, Marco Cerbón, “Silymarin is an ally against insulin resistance: A review”, Annals of Hepatology, 2021. (vedi fonte)
[4] Ted George O, Achufusi, Raj K. Patel, “Milk Thistle”, StatPearls Publishing, 2022 Jan. (vedi fonte)
[5] Borsari M, Gabbi C, Ghelfi F, Grandi R, Saladini M, Severi S, Borella F, “Silybin, a new iron-chelating agent”, J Inorg Biochem, 2001 Jun. 
(vedi fonte)
[6] Jowkar F, Godarzi H, Parvizi MM, “Can we consider silymarin as a treatment option for vitiligo? A double-blind controlled randomized clinical trial of phototherapy plus oral Silybum marianum product versus phototherapy alone”, J Dermatolog Treat, 2020 May. (vedi fonte)
[7]Sahib, Ahmed & Al-Anbari, Mohammed & Abdullah, “Effects of Oral Antioxidants on Lesion Counts Associated with Oxidative Stress and Inflammation in Patients with Papulopustular Acne”, J Clin Exp Dermatol Res, 2012. (vedi fonte)

 

DISCLAIMER

Le informazioni qui riportate sono di carattere informativo e non sono intese come consigli medici o sostituti di un parere di un medico o professionista competente. Gli integratori alimentari non vanno intesi come sostituti di una dieta varia ed equilibrata. 
In particolari condizioni come per esempio la giovane età, la gravidanza, l’allattamento o determinati disturbi o patologie, si consiglia di consultare un medico competente per stabilire al meglio le proprie esigenze alimentari e uso di integratori.

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