Quando si parla di ciclo femminile, gli aspetti meno affrontati riguardano l’impatto ambientale e le alternative eco-sostenibili. È fondamentale comprendere questi due argomenti che permettono ad una donna di scegliere il meglio per lei e per l’ambiente.
L’impatto ambientale degli assorbenti monouso è un argomento poco conosciuto ma, innegabilmente, ha effetti significativi per l’ecosistema.
Questo articolo risponderà a domande come: quanti e quali rifiuti si producono a causa degli assorbenti monouso? Come possiamo ridurre questo impatto? Quali sostanze sono presenti negli assorbenti più comuni presenti sul mercato? Esistono alternative eco-sostenibili per una scelta più consapevole?
Ecco quindi delle risposte utili e 4 alternative zero waste per comprendere fino in fondo questo importante argomento.
Per verificare l’impatto ambientale degli assorbenti monouso bisogna fare stima approssimativa riguardo il loro utilizzo. Circa 2 miliardi di donne necessitano mensilmente di questo prodotto. È possibile quindi calcolare che, nell’arco della loro vita, utilizzino dai 5mila agli 11mila assorbenti. Ovviamente, poiché è da considerare la soggettività della durata e della regolarità del ciclo femminile, il valore è stimato.
Secondo le stime dell’Università di Pavia, una donna ha in media le mestruazioni 450 volte [1] e utilizza mensilmente una media di 10 assorbenti. Espandendo questi numeri a una visione globale, i dai sull’utilizzo degli assorbenti monouso hanno un peso importante nella produzione di rifiuti non biodegradabili e inquinanti.
Secondo i dati ufficiali pubblicati dai maggior produttori di assorbenti monouso, in Italia si producono circa 900 tonnellate di prodotti assorbenti (compresi pannolini per bambini e pannolini per adulti che soffrono di incontinenza). Confrontando questi numeri con quelli dei rifiuti solidi urbani, risulta che questo dato corrisponda a circa il 2,5% dei rifiuti totali.
Infine, oltre al difficile smaltimento di questi rifiuti, bisogna considerare il consumo elevato di acqua ed energia necessari al processo produttivo di ingenti quantità di questo prodotto usa e getta.
La composizione degli assorbenti monouso può avere degli effetti significativi sulla salute femminile. Tuttavia, anche se la scelta dei materiali utilizzati dipende dalla marca del prodotto, la maggior parte degli assorbenti è composta da:
Questo elenco permette di comprendere come gli assorbenti monouso, oltre a essere impattanti a livello ambientale, non sono propriamente adeguati al contatto con la pelle. Le conseguenze sulla salute date da questi materiali a contatto con zone intime delicate sono un tema molto discusso. Frequenti sono infatti gli episodi di reazioni allergiche o dermatiti da contatto nell’area genitale causati da questi materiali. Per questo motivo, se si sceglie di utilizzare un assorbente monouso, non c'è altra scelta che optare per assorbenti naturali in puro cotone biologico e senza plastiche o derivati del petrolio.
Lo studio dell’organizzazione no-profit Women's Voices for the Earth (WVE), sottolinea che i prodotti per l'igiene femminile possono contenere ingredienti pericolosi. Alcune di queste sostanze sono note (mentre altre sospette) per la loro capacità di alterare il sistema endocrino (EDC), per essere cancerogene o allergeniche. Alexandra Scranton, direttrice scientifica della ricerca per WVE, sottolinea come la ricerca sui prodotti per la cura femminile sia ancora scarsa. Questo riguarda anche gli assorbenti a contatto con l’ecosistema vaginale molto più sensibile e assorbente rispetto alla normale pelle.
Tra il 2013 e il 2014, la WVE ha effettuato una serie di ricerche sui prodotti per l’igiene femminile chiamata “Chem Fatale Report” [2]. I risultati, per gli assorbenti da ciclo, evidenziavano la problematica presenza di sostanze chimiche a costante contatto con la pelle delle donne. Le sostanze in questione riguardavano diossine, residui di pesticidi legati al cancro, interferenti ormonali e allergeni. Ad esempio:
Analogamente ai tamponi, gli assorbenti sono regolamentati come dispositivi medici perciò non è richiesta una divulgazione degli ingredienti che li compongono. Questo può rendere difficile per le donne, e ai loro fornitori di cure mediche, identificare gli ingredienti che causano il problema.
Una maggiore divulgazione degli ingredienti permetterebbe di evitare sostanze chimiche pericolose e potenzialmente prevenire il verificarsi di reazioni avverse.
L’importanza di mettere in chiaro queste informazioni è necessaria a garantire un'adeguata supervisione delle normative riguardanti le sostanze chimiche utilizzate in questi prodotti. Inoltre, la maggior parte dei materiali contenuti negli assorbenti non è traspirante e possono trattenere l'umidità nell'area genitale aumentando il rischio di infezioni batteriche o fungine.
Dopo aver compreso i rischi legati all’utilizzo dei comuni assorbenti, ecco 4 alternative ecologiche ed economiche da utilizzare durante il ciclo:
In conclusione, è importante cercare di rispettare la propria salute e quella ambientale per il benessere di entrambi. Le alternative ecologiche agli assorbenti monouso ci sono e possono essere un modo efficace per ridurre l’inquinamento interno ed esterno alla persona.
Le domande da porsi per passare dagli assorbenti tradizionali alle alternative sostenibili sono:
La soluzione giusta per ogni donna è soggettiva e può essere anche un mix di varie alternative. Cambiare mentalità e abitudini senza opporsi al cambiamento, può avere dei risvolti positivi inaspettati! Piccoli cambiamenti possono aumentare la consapevolezza del proprio corpo e soprattutto contribuire a migliorare l’impatto ambientale per un futuro migliore.
Riferimenti bibliografici
[1] http://salutedelladonna.unipv.it/mestruazioni-fra-mito-e-qualita-di-vita/#:~:text=Le%20donne%20di%20oggi%20hanno,ne%20avrebbe%20avuti%20circa%20150. (vedi fonte)
[2] https://womensvoices.org/wp-content/uploads/2013/11/Chem-Fatale-Report.pdf) (vedi fonte)
[3] Larsen, WG (1979) Sanitary napkin dermatitis due to the perfume. Archives of Dermatology. Vol. 115, pp: 363. March 1979.) (vedi fonte)
[4] Eason, EL (1996) Contact dermatitis associated with the use of Always sanitary napkins. Canadian Medical Association Journal. Vol. 154. No.8, pp: 1173-1176. April 15, 1996. (vedi fonte)
[5] Wujanto, L. and Wakelin, S. (2012) Allergic contact dermatitis to colophonium in a sanitary pad—an overlooked allergen? Contact Dermatitis. Vol. 66 pp. 159-162. 2012. (vedi fonte)
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