La vitamina D è una vitamina liposolubile (si scioglie nei grassi) che si accumula nel fegato e nel tessuto adiposo e si sintetizza soprattutto attraverso la pelle per esposizione ai raggi ultravioletti. Conosciuta anche con il nome di calciferolo, è presente nell’organismo umano sotto forma di ergocalciferolo (vitamina D2) e colecalciferolo (vitamina D3).
AZIONE
La vitamina D ingerita è assorbita con i grassi attraverso le pareti intestinali con l’aiuto della bile. La vitamina D, derivata dal deidrocolesterolo, ovvero tramite radiazioni solari, è assorbita dal sistema circolatorio. Attraverso l’assorbimento da parte dell’intestino o la formazione nella pelle, la vitamina D è poi trasportata al fegato per essere immagazzinata; altri depositi si trovano nella pelle, nel cervello, nella milza e nelle ossa.
La vitamina D ricopre importanti ed essenziali azioni biologiche, ed è considerata nel suo funzionamento del tutto simile ad un ormone. Infatti, il calciferolo, si comporta secondo un meccanismo d'azione ormonosimile, agisce ed è sintetizzato autonomamente dall'organismo.
Vediamo insieme le principali funzioni della vitamina D per la salute e il benessere del corpo:
VITAMINA D E ALIMENTAZIONE
La vitamina D2, di origine vegetale, si trova, in piccole quantità principalmente nei lieviti, in alcune alghe e in alcuni funghi, tra i quali lo Shitake. La vitamina D3, invece, si trova soprattutto nel pesce azzurro, nell’olio di fegato di merluzzo e nel tuorlo d’uovo. Per garantire all’organismo tutta la vitamina D di cui abbiamo bisogno però, non è sufficiente inserire nella dieta gli alimenti appena elencati: la classe di vitamina D più importante per l'organismo si ricava principalmente dall'esposizione della pelle alla luce solare. Incrociando i dati che considerano il consumo pro capite di formaggi grassi, uova e pesce nella popolazione italiana e il fabbisogno giornaliero di calciferolo, risulta che l'integrazione attraverso l'alimentazione di vitamina D in Italia, rimane irrisoria ed insufficiente.
IPOVITAMINOSI D
La popolazione italiana è tra quelle con i più bassi livelli sierici di Vitamina D in Europa. Si stima una carenza che coinvolge all'incirca l'80% della popolazione [1]. Quando non si riesce a consumare abbastanza cibo ricco di calcio, la vitamina D cerca di mantenere i livelli ottimali di questo minerale nel sangue attingendo calcio dalla principale fonte nel corpo, ovvero dalle ossa.
I principali fattori di rischio che portano ad una carenza di vitamina D sono riconducibili a:
Tra i sintomi più frequenti di ipovitaminosi D si evidenziano: patologie del funzionamento osseo come osteoporosi, rachitismo, osteomalacia; spasmi e dolori muscolari; deformazioni scheletriche che interessano, ad esempio, l'inarcamento delle gambe e della colonna vertebrale; irritabilità e disturbi dell'umore; malattie autoimmuni; stanchezza e affaticamento cronico; intolleranze alimentari; demenze. Bisogna inoltre ricordare che alcune patologie epatiche e renali influenzano il metabolismo del calciferolo.
INTEGRAZIONE E FABBISOGNO
Nella stagione estiva è sufficiente l'esposizione ai raggi del sole 15/20 minuti nelle ore centrali della giornate di una vasta area dell'epidermide per garantire il fabbisogno giornaliero di vitamina D. Durante i mesi invernali, però, non è facile sintetizzarla a livelli ottimali alle nostre latitudini, infatti, anche in presenza di sole, non si raggiunge il giusto grado di altezza solare necessaria.
Il fabbisogno di vitamina D è molto diverso a seconda della fascia di età: si parte dalle 200 unità\die per i bambini e gli adulti, alle 400 unità\die per le persone di età compresa fra i 50 e i 70 anni fino alle 600 unità per gli anziani con più di 70 anni. Il dosaggio giornaliero consigliato di vitamina D, inoltre, aumenta con l'aumento del peso corporeo, perché il tessuto adiposo “sequestra” la vitamina D. Quindi l'obesità, soprattutto nei bambini deve essere considerata come ulteriore fattore di rischio per l'insorgere di disturbi legati alla carenza di calciferolo. Visto il quadro generale di diffusa carenza e il ruolo essenziale per la salute della vitamina D [2], l'integrazione diventa nei mesi invernali ancora più importante.
SINERGIA VITAMINA D E VITAMINA K
Recenti evidenze scientifiche [3] sottolineano come, per massimizzare i benefici dell'integrazione di vitamina D e ridurre al minimo il potenziale rischio di tossicità, sia fondamentale l'intervento della supplementazione della vitamina K in contemporanea con la D. La vitamina K, oltre alle sue numerose proprietà, ha l’importante compito di condurre il calcio dove più serve, in modo da nutrire ossa e denti e, contemporaneamente, impedire che si verifichino calcificazioni o depositi di calcio in luoghi indesiderati, come arterie e altri tessuti molli del corpo. E' quindi consigliato, in particolare per le patologie che coinvolgono il sistema scheletrico, un intervento combinato di vitamina D e K.
Se è chiamata la vitamina del Sole ci sarà una ragione, proteggiamo la nostra salute assumendo i giusti quantitativi di vitamina D tutto l'anno, prestando particolare attenzione ai mesi invernali..
Riferimenti bibliografici
Vitamina D: l’80% degli italiani è carente. Congresso della Società italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) 2014.
S. Adami, E. Romagnoli, V. Carnevale, A. Scillitani, A. Giusti, M. Rossini, D. Gatti, R. Nuti, S. Minisola “Linee guida su prevenzione e trattamento dell’ipovitaminosi D con colecalciferolo” Reumatismo, 2011; 63 (3): 129 – 14.(vedi fonte)
Ballegooijen, V. et al. The Synergistic Association between Vitamin D and Vitamin K with Incident Hypertension. Journal of Hypertension, 2016.(vedi fonte)